12 Si apre il sipario, il sogno si avvera

Finalmente ce l’ho fatta a realizzare un mio piccolo-grande sogno. Da poco più di un mese suono nella banda musicale della mia città, Darfo Boario Terme. In una banda che conta più di cento anni di vita e che è composta da circa sessanta strumentisti, in buona parte giovani e dove noi ragazze siamo abbastanza numerose. Da un paio d’anni aspettavo questo momento, da quando frequentavo ancora la seconda media. Una mattina del mese di novembre del 1991 il bidello entrò in classe e ad ogni alunno consegnò un fascicoletto contenente una decina di richieste di adesione ad una o anche a più iniziative di carattere sportivo e artistico organizzate dal comune in collaborazione con alcuni gruppi sportivi e culturali di Darfo Boario Terme. Non ebbi dubbi nella scelta: avrei frequentato il corso organizzato dalla banda musicale di Darfo, diretta dal maestro Vittorio Alberti.

Da tempo, infatti, mi interessavo, a livello personale, di musica e canzoni. Felice della mia scelta; condivisa anche dai miei genitori, una sera mi presentai nella sede della banda musicale, al ex-Conventone, e cominciai a sognare. I primi mesi furono dedicati allo studio delle note musicali e del solfeggio. Man mano che passavano le settimane l’attesa dell’arrivo dello strumento, avevo scelto il clarinetto, si faceva snervante. Quando mi fu consegnato fui felicissima e a casa, nei giorni seguenti, dovettero un po' tutti tenere conto dalla mia nuova passione. Egualmente grande fu la soddisfazione quando fui chiamata a fare parte della banda giovanile e a confrontarmi quindi non più con me stessa ma anche con gli altri: un gruppo già abbastanza affiatato.

Da quel giorno, rubando tempo allo studio, cominciai ad andare un paio di volte alla settimana alle prove. Il pensiero mio e dei miei compagni era rivolto al 30 dicembre quando avremmo tenuto, nel teatro San Filippo, il concerto di fine anno. Ricordo l’emozione che mi prese quando il sipario si aprì e vidi tanta folla che aspettava la nostra esibizione.

Gli spettatori furono buoni con noi egli applausi arrivarono scroscianti premiando me e i miei compagni dei sacrifici fatti fino ad allora. Altre ambizioni nel 1993: entrare nella banda cittadina dove suonavano strumentisti ben più bravi di me e ai quali io guardavo con un po' d’invidia.

Per raggiungere questa meta qualche sacrificio in più bisognava farlo: portare da due a tre gli appuntamenti settimanali con le prove. C’era infatti la necessità di provare anche con i grandi che si incontravano ogni venerdì sera. E il confronto, dopo qualche momento di grande emozione, è stato superato con soddisfazione da parte mia. Questa soddisfazione è stata massima quando, non prevista, mi è stata consegnata la divisa. Era quasi mezzanotte quando, ritornando dalle prove a casa ho cominciato a provarla e riprovarla trovandola sempre più piacevole. Domenica sette novembre, in occasione della celebrazione del Quattro Novembre, prima uscita ufficiale con esibizione pubblica. Quando sano rientrata a casa era molto soddisfatta. A parte qualche calcio a chi mi precedeva e qualche preoccupazione per quello spartito che non riusciva a stare fermo, mi sembrava di essermi comportata bene. E di questo personale giudizio ne era soddisfatta. Ora il mia pensiero va oltre, al prossimo trenta dicembre quando, al CineTeatro San Filippo, ci sarà l’annuale concerto di fine d’anno. Questa volta, al mio fianco, oltre ai miei compagni della banda giovanile passati nella banda maggiore, avrò tanti altri bandisti tutti più grandi e più esperti di me. Ed in platea un pubblico certamente assai competente e meno disposto a perdonare qualche "stecca", magari dovuta all’emozione che penso ancora una volta, mi auguro l’ultima, prenderà me e, forse, anche qualcun altro dei giovanissimi. Cosa chiedere al pubblico e ai bandisti più esperti? Un applauso in più e un sorrisetto di comprensione per noi ultimi arrivati.

Cappitta Daniela