36 Il falso arrivo del podestà

A Darfo, dopo la conquista dell’impero, si era sparsa la voce che sarebbe arrivato il Podestà, reduce dalla guerra d’Africa.
Subito di fronte alla stazione ferroviaria ci fu un viavai di curiosi che vennero a raccogliersi attorno alla Banda e a tutte le Autorità del comune accorse per l’occasione, in attesa del fatidico treno.
La “suspence” era resa più sofferta dall’incalzare delle notizie che giungevano dalle varie stazioni lungo la ferrovia. Quando finalmente il treno giunse in stazione, un personaggio con cappello da coloniale, affacciatosi allo sportello di una carrozza, si vide assalire da autorità, avvocati, federali, gagliardetti delle varie associazioni e dal suono della banda.
Terrorizzato dall’accoglienza, il misterioso viaggiatore si rifugiò di nuovo precipitosamente nella carrozza. Si scoprì in seguito che il tanto atteso personaggio non era il Podestà, bensì un povero “scalvino”, anch’egli reduce dalla guerra.
La banda quel giorno non solo non poté attingere dal tavolo imbandito di Vermout (prezioso liquore per quel tempo) preparato per l’evento, ma dovette sopportare, come rincaro, il malumore dei dirigenti.
Il Podestà, si venne a sapere poi, si era fermato nel paese precedente per andare a trovare la moglie.
La tradizione del binomio Banda-Stazione è stata ripresa alcuni anni fa durante la manifestazione storica rievocativa del passaggio della “tradotta” che portava i soldati della prima guerra mondiale sul fronte dell’Adamello. Alla fermata della vecchia locomotiva a vapore alla stazione di Corna, la Banda era ancora lì presente. Per fortuna lo stato d’animo di tutti i presenti, soprattutto delle comparse che emulavano i soldati sul treno, era di tutt’altro genere rispetto a quello che si sarà vissuto in quei tragici momenti. Ma la Banda, questa volta per la felicità di tutti, ha fatto come da sempre il suo dovere.