46 Oberto Abondio

Tra i personaggi che in qualche modo fecero la storia della Banda Cittadina di Darfo, merita certamente un capitolo tutto suo Oberto Abondio. Intelligente e colto (quando lasciò il Seminario era quasi teologo), con un’innata predisposizione all’arte teatrale, attore comico sia sulla scena che nella vita, era molto portato all’imitazione, vuoi di personaggi nostrani, vuoi di politici, attori o cantanti assai noti.
Sempre con la battuta pronta, non perdeva mai nessuna occasione per fare, se possibile, scherzi agli amici e per raccontare barzellette. Ma la sua sensibilità gli permetteva di capire quando il gioco doveva concludersi, evitando così di offendere il bersaglio scelto.
Fisicamente piccolo e brutto, riteneva delle qualità queste sue caratteristiche e cercava in tutti i modi di metterne in evidenza i lati migliori. Musicalmente molto impegnato, cantò per anni nel coro parrocchiale e nella Banda fu piattista apprezzato per il suo “tempismo”, perfino quando alcuni bicchieri di vino in più ne alteravano i riflessi.
Del personaggio Oberto Abondio ci sono rimaste parecchie testimonianze nelle interviste dei vecchi suonatori, i quali ricordano molti divertenti episodi di cui egli si rese protagonista. Il siparietto più ricorrente consisteva nel prendere in giro contemporaneamente se stesso e qualche mal capitato che aveva le sue identiche (o addirittura) peggiori caratteristiche fisiche. Quando si trovava in gita lontano da Darfo, vuoi con la Banda vuoi con il coro, individuava una “vittima”: avvicinandosi, fingeva di conoscere questa persona, e domandava notizie sulla sua salute e sulla famiglia. Riusciva insomma a rendere verosimile l’incontro e addirittura convinceva l’interlocutore della veridicità di tutti i particolari della loro “amicizia”, che invece si era inventati sul momento. Elencava, ad esempio, nomi di città molto comuni, quali Venezia e Milano, in cui anni prima si erano “incontrati” (naturalmente non era vero!). Invitava poi il mal capitato nel bar più vicino, per brindare alla salute di una “amicizia ritrovata”! Alla fine della burla, possibilmente vicino all’autobus che stava per ripartire (per potersela battere in caso di una imprevista reazione da parte dell’inconsapevole spalla comica) rivelava alla “vittima” che il vero motivo della sua gioia era di aver finalmente trovato una persona più brutta di lui!
 
17/03/1957: La Banda di Darfo festeggia ad Angolo gli Alpini
 
Nel periodo in cui Oberto Abondio svolse l’attività di spazzino comunale, nella Banda Cittadina faceva coppia con un altro Abondio, Celeste: uno suonava i piatti l’altro la grancassa.Un giorno, durante un piccolo concerto davanti al Municipio a Corna, al piattista Oberto sfuggì un colpo in più, rimanendo solo. L’amico Celeste lo rimproverò, rammentandogli che già la sera prima alle prove gli aveva raccomandato di stare attento. L’Oberto, battuta pronta, rispose (naturalmente in dialetto): “Tee, Celeste, dumà matina, quando egne ‘n sa a scuà fò, scuerò fò anche chesta che” (domani mattina, quando verrò a pulire il piazzale, scoperò anche questa) riferendosi alla nota che gli era sfuggita.
Quando gli domandavano come mai sia lui, sia alcuni suoi coscritti fossero così brutti, soleva rispondere: “Le nostre mamme, quando nel 1915 sentirono le prime cannonate della Grande Guerra, si spaventarono a tal punto che ci partorirono così come eravamo, senza riuscire a rifinirci a dovere”. Aggiungeva inoltre che avrebbe sempre ringraziato sua madre per la parte che, secondo lui, era meglio riuscita, riferendosi ai piedi, grazie ai quali poteva tranquillamente, data la loro lunghezza, attraversare il Lago Moro navigandoci sopra.
 
Spese sostenute da Tedeschi Giusto per la ricostruzione di una nuova banda.
 
Risposta dell'amministrazione comunale.
 
Abondio Oberto in una delle sue "interprestazioni"