68 Progressi qualitativi e quantitativi dell'organico della Banda

Dai pochi documenti in nostro possesso non abbiamo potuto con certezza appurare il grado di cultura musicale dei nostri predecessori: sappiamo innanzitutto che la maggior parte dei fondatori non avevano altro che una grande passione per la nobile arte (suonavano probabilmente ad orecchio), mentre più avanti nel tempo troviamo dei volantini con i programmi dei concerti da cui si può dedurre che l’insegnamento dei fondamentali rudimenti musicali aveva preso il posto dell’improvvisazione fino ad allora esistente.
Del periodo che sta fra la prima guerra mondiale e qualche anno antecedente l’avvento del fascismo, non si riesce ancora a capire bene il grado di preparazione posseduto dai musicanti, viceversa le testimonianze dei più anziani ed i documenti ancora esistenti provano che, con l’inizio dell’era fascista, vi fu un grosso incremento della qualità e della quantità dei servizi civili (parate, raduni, sabati fascisti, ecc.), nonché di concerti in piazza.
Il miglioramento fu dovuto, però, quasi esclusivamente alla militarizzazione del corpo musicale, per il dovere di assoluta obbedienza alle direttive dei gerarchi fascisti, che comportava un’assidua partecipazione parallelamente ad un impegno nell’ambito dello studio della musica, pena, a volte la perdita del posto di lavoro o altre restrizioni.
 
1980: Banda Cittadina e gruppo delle majorettes.
 
Non va dimenticato che i dirigenti di allora si avvalsero di scelti e preparati musicanti provenienti dai paesi limitrofi, e soprattutto di valentissimi Maestri quali: Ferratta, Scalmana, Vasini, Macario.
Dopo la liberazione dal nazi‑fascismo la banda ritornò ad essere una associazione basata sul vero volontariato, ma molti, anche se bravi musicanti, “attaccarono al chiodo” i loro strumenti, la “ventennale” esperienza non aveva infatti contribuito ad aumentare la loro passione per la musica.
I veri appassionati continuarono invece a sostenere ed a operare per la rinascita della Banda.
L’insegnamento della musica ai nuovi allievi continuò ad essere curato dagli instancabili Santandrea (per gli ottoni) e Treccani (per i legni) fino al loro ritiro per la veneranda età raggiunta.
I due anziani e benemeriti insegnanti furono sostituiti in seguito dai vari maestri che si susseguirono fino agli inizi degli anni ‘60 anche alla direzione della banda.
È di questo periodo una certa superficialità, non nell’insegnamento, ma nella durata dello stesso, dovuta alla mancanza cronica di strumentisti: non appena un allievo se la cavava discretamente, veniva inserito nelle esigue fila della banda.
Questo comportava quasi sempre l’abbandono degli studi musicali, con il conseguente blocco dell’ulteriore apprendimento del musicante stesso. Nonostante tutto, la banda di Darfo rimase sempre fra le migliori della nostra zona, come qualità di suono, non potendo però effettuare in quel periodo delle impegnative prestazioni concertistiche.
 
1981: foto annuale dell'organico
 
Una prima svolta nella crescita della cultura musicale si ebbe negli anni ‘60, dopo che, senza la fretta dei suoi predecessori, il preparatissimo e paziente maestro Giuseppe Salvini formò diversi bravi musicanti dei quali vogliamo ricordare i nomi fra i quali spiccano l’attuale Maestro Vittorio Alberti e suo fratello Guerrino nonché Zelaschi Ugo, Bonicelli Dario, Tedeschi Sebastiano, Poiatti Eligio, Chiudinelli Claudio, Miclini Angelo.
Fu a questo punto che l’allora instancabile segretario Faustinoni Lorenzo ed il musicante Pellegrinelli Dante andarono (contro il parere del Presidente Pierino Ducoli) a pregare il maestro Giovanni Ligasacchi, già direttore della pluri‑premiata Banda Cittadina di Brescia, perché accettasse di venire a Darfo a dirigere la loro Banda.
Trovatosi con una base di musicanti notevolmente migliorata, la “cura” Ligasacchi diede subito dei grossi frutti; il Maestro infatti, facendo eseguire della musica adatta alla preparazione musicale dell’organico a sua disposizione, curò innanzitutto l’emissione dei suoni e l’interpretazione dei vari brani da lui proposti, con risultati assai validi.
 
1987: foto annuale dell'organico
 
Con il lavoro in sordina del Maestro Salvini e la grande bacchetta del Maestro Ligasacchi, la Banda di Darfo tornò finalmente al repertorio concertistico con rinnovata ed ammirata approvazione del pubblico e dei critici.
Il rinnovato impegno si rivelò molto gravoso per alcuni musicanti anziani costretti a ripassarsi le partiture per poter tenere il passo dei giovani strumentisti; questo li portò ad un graduale disimpegno, costringendo il maestro Ligasacchi a dare per due volte le dimissioni in poco tempo (la seconda volta definitive) per la scarsa partecipazione di una parte dei musicanti di Darfo e per l’avversione (mai sopita) del Presidente Ducoli. Questo episodio portò anche all’abbandono definitivo del validissimo segretario Faustinoni.
Oramai la via era tracciata, e quando il maestro Salvini ebbe introdotto nella banda altre nuove forze, prese in mano anche la direzione. Continuò a sviluppare il lavoro da anni intrapreso, con l’introduzione nel repertorio concertistico di pezzi originali per banda di stile moderno, che “rompevano” con il classico repertorio fatto di marcette, marce sinfoniche e trascrizioni di opere liriche.
Non mancarono anche allora le critiche dei musicanti anziani che addirittura all’inizio si rifiutarono di eseguirli. L’intuizione del Maestro Salvini portò ad una crescita degli allievi che si avvicinavano con rinnovata passione alla banda. Oltre al Salvini nella preparazione degli allievi si alternarono diversi Maestri incaricati dalla Regione per i corsi di orientamento musicale fra cui Fausto Rizza, Antonio Raco, Martino Savoldelli. Poi, però, il Maestro Salvini fu costretto ad abbandonare per motivi di salute.
 
Foto annuale del 1988: in occasione del "presunto" centenario la Banda rinnova la divisa
 
Questo periodo che va dal 1962 al 1974 fu caratterizzato dalla mancata continuità dei programmi, dovuto al cambio molto frequente di Maestri direttori e dei responsabili all’insegnamento, quindi con ridotte possibilità di collaborazione. Ciò comportò un forte rallentamento del processo di sviluppo sia in senso qualitativo che in termini numerici; l’organico infatti non riuscì mai a superare le 32 persone.
Nel 1974 la responsabilità dell’insegnamento venne affidata a Vittorio Alberti che nel frattempo continuava gli studi per poi diplomarsi al Conservatorio di Brescia.
Da allora l’Alberti poté impostare un concreto programma che portò ad avere, alla fine degli anni ’80, un organico di 50 strumentisti di cui 32, suoi allievi, accuratamente preparati.
Mentre la formazione dei musicanti progrediva, alla direzione della Banda si ebbe la lunga parentesi dal 1975 al 1981 affidata al Maestro cav. Abramo Albrici, che con la sua simpatia, la sua cordialità e la sua disponibilità instaurò un rapporto di fattiva collaborazione con i responsabili dell’insegnamento.
Sorretto dalle sue capacità direttive e musicali seppe mettere a frutto i suggerimenti ed i consigli che man mano gli venivano proposti. Iniziò infatti con lui la tradizione del Concerto Augurale di fine anno con il repertorio sempre totalmente rinnovato di anno in anno. La notevole preparazione di base dei musicanti permise l’esecuzione di brani con grosse difficoltà tecnico‑ interpretative.
Del periodo con il maestro Albrici ci piace ricordare inoltre la fattiva collaborazione con alcuni musicanti di Vilminore che portarono il loro contributo ai concerti ed ai servizi della nostra banda, contraccambiati da molti suonatori di Darfo che si recarono all’occorrenza ad aiutare i loro colleghi in Val di Scalve.
 
1998: Foto annuale
 
Cervera, luglio 1988: inaugurazione e consacrazione della chiesetta