Saremo, sei riuscita a dire in poco spazio tante cose che neanche in dibattiti lunghi un'ora si possono sentire. Essere genitori responsabili non concede spazio al menefreghismo, per fortuna. La cosa che mi ha colpito di più nel tuo intervento è stata : " Ma probabilmente alla maggior parte sta bene così ...."
Accidenti, ma sai a quanti argomenti della nostra vita, di quelli importanti, di quelli che ci mordono "il sedere" a tutti (quasi tutti, una certa parte di società è ancora esentata perchè ha le chiappe ben coperte), si potrebbe applicare la stessa frase ? Quante volte è la televisione, il vero "grande fratello" (o sorella, per adattare il genere), o la "fede" politica o meno, che si è deciso di "sposare" che manovra le nostre reazioni a determinate notizie, deformando in noi l'esatta percezione della relazione causa/effetto che un'avvenimento che sentiamo più grande di noi, calato dall'alto, dall'"autorità", che ci detta, ci impone è meglio dire, il nostro comportamento e le nostre (nostre per modo di dire) idee ?.
Come è possibile che genitori, dispostissimi a sputar sentenze, al primo dibattito improvvisato, su maestri, professori, istituzioni, anche solo per sentito dire dalle "autorità" menzionate sopra, si comportino in maniera completamente disinteressata delle sorti dei propri figli, del tipo di cultura che viene inculcata loro, dell'attenzione a loro dedicata.
Si potrebbe parlare di troppo poco tempo a disposizione dei genitori per i propri figli, di chi lavora di notte e dorme quando i loro figli vivono, di chi deve fare la doppia giornata per pagare il mutuo, di chi si "fida" ciecamente comunque vadano le cose, che tanto " ... è sempre uguale, qualsiasi cosa cosa che succeda ...".
E intanto "le cose" vanno avanti, imperterrite, come un rullo compressore, ci schiacciano, ci appiattiscono.
Pochi urli, qualche voce, poi il grande silenzio della rassegnazione che copre tutto.
Libertà ? Siamo davvero liberi, tutti ?
Libertà non è forse poter usare la nostra vita per le cose che riteniamo importanti ? Per "pensare", magari ? Per dedicarsi alle cose che ci sono più care, come i nostri figli ? Per il bene ? Per un futuro migliore, non solo il nostro ?
Dov'è la nostra libertà se la nostra vita è obbligatoriamente quasi del tutto sacrificata sull'altare dell'essenziale bisogno di quel poco denaro che basta, nella nostra società, per condurre una vita che sia realmente, o anche solo all'apparenza, "normale" ?
Dove stiamo andando a finire ? Siamo relamente in un momento di progresso della nostra società o stiamo regredendo a fasi che pensavamo già superate da tempo ?
Stiamo davvero tornado ancora ad una società in cui la divisione in classi sia pienamente giustificata da frasi di "fondamentale importanza per l'umanità" quali " ... la situazione congiunturale economica attuale ..." ?
c'è scuola e squola
Saremo, sei riuscita a dire in poco spazio tante cose che neanche in dibattiti lunghi un'ora si possono sentire.
Essere genitori responsabili non concede spazio al menefreghismo, per fortuna.
La cosa che mi ha colpito di più nel tuo intervento è stata : " Ma probabilmente alla maggior parte sta bene così ...."
Accidenti, ma sai a quanti argomenti della nostra vita, di quelli importanti, di quelli che ci mordono "il sedere" a tutti (quasi tutti, una certa parte di società è ancora esentata perchè ha le chiappe ben coperte), si potrebbe applicare la stessa frase ?
Quante volte è la televisione, il vero "grande fratello" (o sorella, per adattare il genere), o la "fede" politica o meno, che si è deciso di "sposare" che manovra le nostre reazioni a determinate notizie, deformando in noi l'esatta percezione della relazione causa/effetto che un'avvenimento che sentiamo più grande di noi, calato dall'alto, dall'"autorità", che ci detta, ci impone è meglio dire, il nostro comportamento e le nostre (nostre per modo di dire) idee ?.
Come è possibile che genitori, dispostissimi a sputar sentenze, al primo dibattito improvvisato, su maestri, professori, istituzioni, anche solo per sentito dire dalle "autorità" menzionate sopra, si comportino in maniera completamente disinteressata delle sorti dei propri figli, del tipo di cultura che viene inculcata loro, dell'attenzione a loro dedicata.
Si potrebbe parlare di troppo poco tempo a disposizione dei genitori per i propri figli, di chi lavora di notte e dorme quando i loro figli vivono, di chi deve fare la doppia giornata per pagare il mutuo, di chi si "fida" ciecamente comunque vadano le cose, che tanto " ... è sempre uguale, qualsiasi cosa cosa che succeda ...".
E intanto "le cose" vanno avanti, imperterrite, come un rullo compressore, ci schiacciano, ci appiattiscono.
Pochi urli, qualche voce, poi il grande silenzio della rassegnazione che copre tutto.
Libertà ? Siamo davvero liberi, tutti ?
Libertà non è forse poter usare la nostra vita per le cose che riteniamo importanti ? Per "pensare", magari ?
Per dedicarsi alle cose che ci sono più care, come i nostri figli ? Per il bene ? Per un futuro migliore, non solo il nostro ?
Dov'è la nostra libertà se la nostra vita è obbligatoriamente quasi del tutto sacrificata sull'altare dell'essenziale bisogno di quel poco denaro che basta, nella nostra società, per condurre una vita che sia realmente, o anche solo all'apparenza, "normale" ?
Dove stiamo andando a finire ? Siamo relamente in un momento di progresso della nostra società o stiamo regredendo a fasi che pensavamo già superate da tempo ?
Stiamo davvero tornado ancora ad una società in cui la divisione in classi sia pienamente giustificata da frasi di "fondamentale importanza per l'umanità" quali " ... la situazione congiunturale economica attuale ..." ?
Maledizione
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